giovedì 26 febbraio 2015

Il Labirinto nell'Arte Contemporanea e nell'Opera di Rabarama

"Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore." (Haruki Murakami)

Quantomeno dai tempi antichi della civiltà cretese e del famoso Labirinto di Cnosso, quello del Minotauro per intendersi, questa particolare struttura è tra quelle centrali nella cultura simbolica.
Impossibile non collegarne la forma a quelle delle involuzioni del cervello, fatto che lo rende simbolo ancora più possente dato questo suo evidente collegamento con una struttura naturale presente nell'uomo e in tutti gli animali superiori.

Il labirinto è quel luogo in cui l'entrata, l'inizio è ovvio e manifesto ma tutto quello che segue è misterioso. A questo si aggiunge il rischio mortale di non poterne più uscire e perdersi se non si trova la (unica) via che porta alla soluzione.

In questa sua valenza così profondamente avvicinabile al mistero dell'esistenza umana, il Labirinto ha avuto grande fortuna nell'arte, ispirando artisti quali Piet Mondrian (Diga e Oceano, 1915), Joan Mirò (Labirinto, 1923), Pablo Picasso (Minotauromachia, 1935) e Maurits Escher (Relatività, 1953), Keith Haring (The Labyrinth, 1989) tra i più noti.

Maurits Escher (Relatività, 1953)


Ed è stato scelto con un ruolo centrale in opere fondamentali della contemporaneità, in film e romanzi di enorme popolarità di autori quali Umberto Eco (Il Nome della Rosa), Stanley Kubrick (Shining), Guillermo del Toro (Il Labrinto del Fauno) solo per citare quelli universalmente famosi.

Stanley Kubrick (Shining), il labirinto


Nell'arte di Rabarama il Labirinto ha ben presto una importanza fondamentale:

“...l'artista Rabarama, che verso la fine del secolo XX e gli inizi del XXI rappresenta, con le sue sculture e i suoi dipinti, l'uomo nella sua dimensione labirintica. Sulle sue opere che spesso comunicano l'alienazione dell'individuo vengono disegnati i dedali della mente, come segno evidente di una sofferenza psichica nella società contemporanea. Sono rappresentate figure umane totalmente ricoperte da labirinti in rilievo, studiati nei minimi dettagli sulla scia del pensiero grafico di Haring. L'uomo stesso porta le tracce del suo percorso storico-archetipico, e attraverso i meandri intricati della propria mente diviene, sofferente, egli stesso un labirinto. La visione di Rabarama è in questo senso rivoluzionaria, non solo perché conduce l'estetica del dedalo verso la rappresentazione dell'involucro attraverso il quale procedere verso il cammino e l'erranza iniziatica, ma anche perché è l'uomo stesso, con la sua mente labirintica, a rappresentare il simbolo archetipo del meandro.
Così le sculture di Rabarama sono ricoperte di labirinti, come avviene in “Labirintite” o nell'opera “Giro di Vita”, oppure in “Inter-corso”, e in molte altre. “
Da Labirinti: da Cnosso ai videogames,  Di Marco Maria Sambo ,  2004 AlbertoCastelvecchi Editore 

Rabarama, Giro di Vita


Il tema labirintico si innesta, nella poetica di Rabarama, nella tensione tragica tra destino (su basi genetico-spirituali) e libero arbitrio, aggiungendo a quel dilemma titanico la complessità, appunto labirintica, del trovarvi soluzione.

Anche nelle fasi successive dell'evoluzione di Rabarama, quando l'Artista decreta la possibilità per l'uomo di liberarsi dalla predestinazione genetica (che definisce con la similitudine ad un “computer biologico”) grazie al viaggio nell'interiorità e al contempo verso gli altri attori sulla scena dell'esistenza (altri esseri umani, la Natura), il labirinto continua ad apparire nelle sue opere a testimoniare sia il passato da cui si genera il suo presente artistico sia il permanere della componente misterica e mistica in questo viaggio di liberazione.

E' così che il tema del labirinto appare anche nella sua più recente opera “Alone” (scultura in bronzo dipinta a mano) ove la solitudine quasi eroticamente estatica di un corpo femminile si accompagna a una pittura sprallegiante tra le cui pieghe appare (a seconda dei giochi della luce-Illuminazione) il labirinto:

Rabarama, Alone (detail)

Una domanda conclusiva, ancora citando Murakami*:
“And when I start having thoughts like this, the more I think about it, the less I can tell how much of the vividness is real and how much of it my imagination has invented. 
I feel as if I've wandered into a labyrinth. 
Has that ever happened to you?” 


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Rabarama, ALONE
medium: hand painted bronze
dimensions cm: 18 x 47 x 19
year: 2013
edition: 8 copies + IV artist proofs

Rabarama, Alone

Rabarama, Alone


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*Haruki Murakami, The Wind-Up Bird Chronicle 

martedì 24 febbraio 2015

I 5 aforismi più belli sulla solitudine

I 5 aforismi più belli sulla solitudine:

La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno.
Jim Morrison



La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo.
Seneca



Solitudine: Situazione di chi ha il difetto di dire la verità e di essere dotato di buon senso.
Ambrose Bierce


Solitudine: dolce assenza di sguardi.
Milan Kundera



Ogni uomo chiamato alla contemplazione è chiamato ad un certo grado di solitudine.
Thomas Merton



Mummified Monk Found Inside Ancient Buddha Statue

Researchers at the Drents Museum in the Netherlands made a shocking discovery when they imaged an ancient Chinese statue and found a nearly 1,000-year-old mummy inside. 
Sitting in the lotus position, the mummy fits within the statue perfectly.
(source )  (Itesto in Italiano in fondo alla pagina)

 A scan reveals the body of a nearly 1,000-year-old Buddhist monk inside the statue of Buddha. Credit: Drents Museum.

"On the outside, it looks like a large statue of Buddha," the museum said in a release. "Scan research has shown that on the inside, it is the mummy of a Buddhist monk who lived around the year 1100."

Glowing through the statue's golden cast, the human skeleton is believed to belong to Buddhist master Liu Quan, a member of the Chinese Meditation School.

To further investigate the mummy, the researchers took the statue to the Meander Medical Center in Amersfoort and carried out an endoscopy and additional CT scans.

They found out that Liu Quan's internal organs had been removed and replaced with scripts covered in Chinese writing.

The museum speculates Liu Quan may have "self-mummified" in order to become a "living Buddha."

Practiced mainly in Japan, self-mummification was a grueling process that required a monk to follow a strict 1,000-day diet of nuts and seeds in order to strip the body of fat. A diet of bark and roots would follow for another 1,000 days.

At the end of this period, the monk began drinking a poisonous tea made from the sap of the Japanese varnish tree, normally used to lacquer bowls and plates. The tea caused profuse vomiting as well as a rapid loss of bodily fluids, possibly making the body too poisonous to be eaten by bacteria and insects.

A living skeleton, the monk was then placed in a stone tomb barely larger than his body, which was equipped with an air tube and a bell.

Never moving from the lotus position, the monk would ring the bell each day to let those outside know that he was still alive. When the bell stopped ringing, the monk was presumed dead, the air tube removed and the tomb sealed.

After another 1,000 days the tomb would be opened to check whether the monk had been successfully mummified. Of the hundreds of monks that tried this horrifying process, only a few dozen actually became self-mummified and venerated in temples as a Buddha.

Researchers aren't certain when or how this monk's organs were then removed and replaced with scripts.

The Buddha statue is currently on display at the National Museum of Natural History in Budapest. It will remain there until May.

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Dentro alla statua di Buddha c'è la mummia di un monaco
Al corpo sono stati esportati tutti gli organi. La straordinaria scoperta in Olanda
(fonte)

Una statua antichissima, un Buddha di quasi mille anni, e al suo intervento i resti mummificati di un monaco.

È questa la straordinaria scoperta che hanno fatto i ricercatori del Drents Museum, in Olanda, che si sono trovati di fronte la mummia di un uomo di religione che risale all'11esimo o 12esimo secolo.

Secondo Erik Bruijn, esperto di buddismo che ha condotto lo studio, i resti appartengono a un maestro di nome Liuquan, della Scuola di meditazione cinese. I ricercatori erano consapevoli del fatto che la statua faceva da sarcofago a resti umani. Quello che non sapevano era che tutti gli organi del monaco erano stati asportati.

La mummia è stata portato a Budapest dopo gli esami. Sarà esposta al Museo di storia naturale ungherese fino a maggio di quest'anno.

lunedì 23 febbraio 2015

ALONE: la nuova incarnazione

"Today I choose life. Every morning when I wake up I can choose joy, happiness, negativity, pain... To feel the freedom that comes from being able to continue to make mistakes and choices - today I choose to feel life, not to deny my humanity but embrace it."
Kevyn Aucoin 

“Alone” è una delle sculture di Rabarama più apprezzate dai collezionisti e dal pubblico ed oggi l'Artista ne presenta l'ultima incarnazione, dipinta con motivi spiraleggianti e segni dorati che ricordano il tema del labirinto, fondamentale nella storia artistica di Rabarama.

Rabarama, Alone

La scultura, di soggetto femminile, si abbraccia languida e la pittura curvilinea si amalgama e confonde la posa morbida della scultura.

Si tratta di un'opera unica in bronzo dipinto: la fusione a cera persa è stata successivamente dipinta a mano dall'Artista come sua prassi in questo genere di opere.

“Alone” è considerevole anche per l'interesse che suscita costantemente nel pubblico degli appassionati d'arte contemporanea che scrivono una moltitudine di commenti emozionanti ad ogni apparizione dell'opera nei social networks: una versione in chiave digitale del successo della public art di Rabarama.

L'opera di Rabarama si caratterizza anche per la sua vitale contaminazione con la performance e la body art, e molti ammirando “Alone” hanno espresso la sensazione di osservare un corpo impreziosito da un intervento di body art e “congelato” in forma scultorea, come scrive il critico e già curatore della Biennale di Venezia, Luca Beatrice: “Rabarama costruisce un nuovo ponte tra la perfomance e la scultura, invadendo la seconda dei valori concettuali della prima. Nella forma sta l’elemento speciale e la figurazione torna con il  valore aggiunto che risiede nell’idea. “

venerdì 13 febbraio 2015

Rabarama intervistata da Agorà Magazine

Articolo originale e completo su http://www.agoramagazine.it/agora/Rabarama-la-carezza-infinita
(martedì 19 marzo 2013 di Claudio Raccagni)

D) Dipingere è un’opera che si inizia quasi automaticamente, da bambini. La pittura è un segno di espressione, ma la scultura è un’altra cosa. Non è cosi semplice. Non è una forma normale di crescita; bisogna avere una spinta in più. Quando hai cominciato a scolpire, modellare le tue creature? La tua prima volta artistica, in cui una tua creatura ha preso vita?
R) Per me l’approccio con l’argilla è stato del tutto naturale: fin da piccola lo studio dei miei genitori mi permise di utilizzare materiali ed attrezzature di ogni genere oltre al loro insegnamento esperto. Sta di fatto che non ricordo neppure quando ho cominciato ad esprimermi e a comunicare con le forme e i colori, per me è stato come imparare a parlare.

Rabarama (foto: Hikari Kesho)

D) Le tue opere sono "vive", come scrissi tempo fà, perchè hanno una potenza energetica molto viva, che esplode già nel primo istante in cui le si vede. La tua capacità artistica è un’attitudine già presente in te da bambina?
R) Credo di sì, o meglio, quello che provavo allora è ciò che provo adesso. L’energia è pari alla verità con cui mi esprimo ed il fatto che le persone si interessino tanto al mio lavoro, fa sì che la mia ricerca si arricchisca sempre più di quella energia di cui tutti siamo parte.


D) Spesso mi chiedo cosa porti una scultura a farsi scolpire da te. Cioè: è cosi forte la voce nascosta delle tue sculture, che portano a pensare che siano essenze vere e proprie, portate alla luce da te, dietro un loro richiamo. E’ giusta questa interpretazione?
R) Credo che il richiamo sia quella “voce interiore” che tutti possediamo e con cui quotidianamente colloquiamo, ed è proprio questa voce in me che chiede di essere ascoltata, interpretata e tradotta in materia e colore. E’ una ricerca che comincia quando inconsciamente il mio Io raziocinante si addormenta per lasciar posto alla memoria arcaica che si trova in quel lato buio del nostro cervello che normalmente non utilizziamo, proprio lì, dietro ad una “porta” ,o meglio, in attesa che una qualche sinapsi attivandosi cominci ad attingervi.


D) Se Rabarama dovesse scolpire se stessa, come sarebbe?
R) Rabarama è in ogni sua scultura, da sempre. Forse è proprio questo il segreto di quell’energia di cui stavamo parlando prima: la verità, l’amore e la passione che cerco di trasferire nelle mie sculture apparentemente silenti ed inerti, ma che in realtà ululano solitarie in ogni creazione.


D) Fine 2012, l’arrivo della fine globale. Come ha vissuto la tua arte questa previsione. L’energia catastrofica o di pensiero popolare ha influito sulle tue sculture?
R) No, o meglio, non ho mai creduto ad una fine segnata da una data. Purtroppo però devo confidarti che da sempre le mie sensazioni non sono positive: se il mondo continua a procedere in questa direzione in breve tempo ci ritroveremo catapultati in una dimensione che lascerà sempre minor spazio alle menti sensibili.
Quelle stesse menti che viaggiando alla ricerca del perché dell’esistenza umana sempre più limitate da un sistema produttivo globale, senza accorgersi non avranno più né spazio né tempo per la comprensione di se stesse: chissà forse un giorno ci risveglieremo e ci accorgeremo che la nostra paura più grande(ossia il momento in cui attraverso la morte lasceremo questa dimensione materiale) tutto si risolverà con la semplicità di un sogno. Lo spazio/tempo come abbiamo imparato a conoscerlo non sarà più la condizione determinante/dominante in cui operare e saremo finalmente liberi, forse senza memorie e senza veicolo/corpo ma ciò non avrà più nessuna importanza.
Tornando al principio delle cose siamo energia pulsante ed è questa energia che dobbiamo costantemente ricercare, imparando a farla vibrare positivamente. L’eco di ritorno (ossia l’universo di cui siamo parte) ci garantirà quella libertà d’azione e di consapevolezza che potremo ricollegare alla definizione di libero arbitrio, sì proprio quel libero arbitrio che all’inizio della mia ricerca artistica ritenevo fosse inesistente.
Questa è l’energia che anima il mio popolo, a “Rabaramalandia” dove ogni creazione rappresenta l’umano nella sua essenza universale/divina. Il messaggio quindi nel suo finale è positivo, per comprendere è necessario agire e non sempre si fanno le scelte giuste ma seppur sbagliando in ogni istante della nostra esistenza si può imboccare la via giusta.
Un’artista vive tutto ciò in maniera amplificata (nei suoi pensieri, nelle sue emozioni e nelle sue azioni) ed è grazie a questo che spesso gli avvenimenti vengono percepiti in anticipo. L’importante è che quando si arriva a percepire la fine si possa anche progettare una rinascita: questo è il pregio dell’arte grazie alla quale la sanità mentale può raggiungere un suo equilibrio.


D) E’ comunque da sottolineare come il grande, potente, cambiamento sia arrivato, anche sotto l’aspetto energetico, di scuotimento dei pensieri. I grandi asteroidi in collisione con la terra; il Papa che abbandona il suo ruolo(quindi la grande Chiesa scoperta); la caduta di un governo comunque omologato, lasciando spazio ad un colpo di frusta popolare mai visto prima. Come vede questo cambiamento Paola Epifani? E Rabarama?
R) Personalmente credo che un’epoca di grandi trasformazioni come questa diviene fonte di ispirazione e stimolo creativo per gli artisti: come dicevo prima bisogna essere positivi sempre e comunque. La Fenice risorge dalle sue ceneri per cui il cambiamento cui stiamo andando incontro seppur molto difficile ci sta portando a scoprire una nuova dimensione. Tutto ciò che non si conosce fa paura ma non è detto che una volta raggiunta la comprensione del perché di questa trasformazione la vita non possa essere migliore: ripeto, mantenendo alto il senso di positività l’eco di ritorno dall’Universo ci stupirà. Paola e Rabarama sono una cosa sola, un’energia unica ed univoca. Penso che esistano il bene e il male, ma voglio credere che il Positivo riesca a distruggere il Negativo: sta a noi fare la scelta giusta e questa è la meta da perseguire durante la nostra esistenza.


D) Ascolti musica durante i tuoi lavori?
R) Sì sempre e dovunque: in studio, in auto e persino passeggiando, aiuta la mente a concentrarsi sulle emozioni più nascoste, quelle che solo la nostra anima priva di coscienza raziocinante può raggiungere.


D) I mutanti sono stati i primi esseri a colpirmi. Una vibrazione paurosa, mai provata prima. Il tuo grande successo commerciale ed artistico è nato con loro?
R) Sì, se di conoscenza al grande pubblico vogliamo parlare.


D) Eterna carezza......spesso le tue creature sembrano chiedere questo. E’ una mancanza di amore universale che manca?
R) Credo di sì, questa mancanza la vivo personalmente e più cresco ed invecchio più l’amore mi sembra un’utopia quando invece in realtà l’Universo ne avrebbe un gran bisogno.


D) Dai piccoli lavori ai maestosi monumenti cittadini. Quale tra queste opere è quella che ti soddisfa di più?
R) Le sculture monumentali assolutamente in quanto riescono ad interagire in modo più immediato con lo spazio e con l’umanità che le circonda.

lunedì 9 febbraio 2015

The sculptor becomes a graphic novel star!

There are so many novels and movies on painters but finally a great work (a graphic novel) about the sculptor as arrived and is becoming a great success, it is..."The Sculptor"

"The best graphic novel I've read in years. It's about art and love and why we keep on trying. It will break your heart." -- Neil Gaiman

"The Sculptor" by Scott McCloud

Would you shorten your life to be really good at something? As in the best in the world? What if you couldn't negotiate and the deal meant you died in 200 days? Would you take it?
That tempting deal is offered to David Smith, the titular lead character in a new graphic novel called The Sculptor. Smith's a broke, frustrated artist who feels like he's at the end of his rope yet still yearning for a chance to make his mark on the world. He accepts a mysterious, supernatural offer to make his dreams come true even though it means that he'll only have little more than six months to live. (...)
(excerpt from the review on Kotaku )

"The Sculptor" by Scott McCloud

venerdì 6 febbraio 2015

HSIEN: I'Ching inspired artwork

31 - HSIEN

A lake on the mountain:
The image of influence.
Thus the superior man encourages people to approach him
By his readiness to receive them.

A mountain with a lake on its summit is stimulated by the moisture from 
the lake. It has this advantage because its summit does not jut out as a peak 
but is sunken. The image counsels that the mind should be kept humble and 
free, so that it may remain receptive to good advice. People soon give up 
counseling a man who thinks that he knows everything better than anyone 
else.

The series of my works inspired by the hexagrams Chinese oracle I'Ching has so impressed the Cirque du Soleil that in 2013 yjey have made a part of their show with the artists who wore suits made in the likeness of my works  in a performance on water, at the Bellagio in Las Vegas Palace, an amazing sight !! (a little moment here and  here you can also see my artwork donated to the charity auction)

Cirque du Soleil performance inspired to Rabarama's works. Bellagio Palace, Las Vegas, March 2013

I present my mixed media on cardboard, "Hsien", 2014, and to have a global view of my works inspired by the I'Ching you can see here 

HSIEN
page on the website: http://www.rabarama.info/#!mixed-hsien-b/c112h

HSIEN
Medium: mixed technique on cardboard, cm: 29 x 20
year: 2014, unique piece

On the I'CHING: http://www.ichingonline.net/index.php


giovedì 5 febbraio 2015

Rabarama en France, l'histoire d'un amour de nombreuses années

L'amour de la France pour Rabarama a commencé au début des années 2000 et a été immédiatement mutuelle!
Rabarama a exposé ses œuvres à Montpellier, Cannes, Saint-Tropez et Paris et a été un grand succès: de nombreux collectionneurs français possèdent œuvre de Rabarama et continuent à suivre sa carrière.

"Un siècle après Baudelaire,Rabarama sacrifie avec amour aux critères versés par le poète au crédit deLa Beauté et de l’universalité." Bernard Brochand, Député-maire de Cannes

Galeries d'art partenaires en France:
Bartoux, Galerie Cannes Croisette
Galerie Francesca Donà, Saint Tropez 

Voici un résumé des étapes de cette histoire:

2014
Exhibition of sculptures of Rabarama in Bartoux gallery in Cannes

Exhibition of sculptures of Rabarama in Bartoux gallery in Cannes

Exhibition of sculptures of Rabarama in Bartoux gallery in Cannes


2010
"Rabarama sur la Croisette", installation of marble monumental sculptures along city streets and in the Garden of the Grand Hotel, Cannes, France.

Rabarama sur la Croisette

Rabarama sur la Croisette


2009
Rabarama. Dans la Presqù ile de Saint-Tropez.

Rabarama. Dans la Presqù ile de Saint-Tropez.


Rabarama. Dans la Presqù ile de Saint-Tropez.


2008
"Rabarama à Paris", installation of monumental sculptures Place de la Sorbonne, Rue Soufflot e Place du Pantheon, Paris, France.
Rabarama à Paris

Rabarama à Paris

Rabarama à Paris

2002
"Sculture Monumentali", Fleury museum, Lodéve (Montpellier), France.


mercoledì 4 febbraio 2015

The Mantis

My new sculpture MANTIS is inspired to the elegant insect but also to the elegance of the female body and to the mistery of women: it is not a case that the word "mantis" derives from ancient Greek with the meaning of "seer, prophet".

Rabarama, "Mantis".
Painted bronze, 2013

In ancient China the Mantis was a symbol of courage and she has inspired so many artists in various fields (from Escher to Aldous Huxley), as you can see in the following images.

Besides that the Mantis has been the model for some martial arts, the 'Northern Praying Mantis' and 'Southern Praying Mantis'.

My interpreatation is that of a human body with "strange" proportions and an overall "mantis-like" feeling.
You can find the artwork here:  http://www.rabarama.info/#!sculpture-mantis/c7hz

Here a selection of artworks inspired by the Mantis:

Escher, the dream

Japanese print, 1800

Illustration by Rodney Matthews

Japanese "netsuke", ivory carving

Mantis at the Burning Man




martedì 3 febbraio 2015

Rabarama, biografia ufficiale aggiornata al 2015

Rabarama è in ogni sua scultura, da sempre. (...) la verità, l’amore e la passione che cerco di trasferire nelle mie sculture apparentemente silenti ed inerti, ma che in realtà ululano solitarie in ogni creazione. “ Paola Epifani, Rabarama

Paola Epifani, Rabarama
(foto di Hikari Kesho)

Rabarama nasce Paola Epifani a Roma il 22 Agosto del 1969 in una famiglia di artisti (il padre è pittore e scultore e la madre è un'Artista della ceramica):
Entrambi i miei genitori sono artisti; mia madre, grazie alla sua esperienza da ceramista, mi ha permesso di approfondire la sensibilità manuale e la capacità di progettare, costruire. Io lavoro la terracotta, modello le mie figure come fossero dei vasi, le costruisco vuote, senza strutture di sostegno. Attraverso il dialogo con mio padre, invece, ho capito l’importanza del concetto, del contenuto, per lui caratteristica fondamentale di un’Artista. Posso quindi dire che grazie a loro ho intrapreso un percorso artistico precedente a quello scolastico. “
In seguito la famiglia decide di trasferirsi a Treviso ove Paola Epifani svolge i suoi studi al Liceo Artistico della città, diplomandosi a pieni voti .
Proseguirà i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di Venezia, diplomandosi a pieni voti nel 1991.
Nel corso della sua formazione Paola Epifani dimostra subito una predilezione per la scultura, pur non disdegnando la pittura ad olio:
Appena terminata l’Accademia delle Belle Arti ho cominciato a confrontarmi, attraverso la scultura, con la figura umana. Il punto di partenza è stato quello di considerare l’uomo come una sorta di computer biologico, dove le cellule, che formano il nostro Dna rendendoci unici e irripetibili, sono poste in maniera molto visibile e molto semplice sulla pelle. Arriva così l’utilizzo dei puzzle, piuttosto che del nido d’ape, che in realtà è proprio la visione del genoma al microscopio ingrandita. Partendo da questa idea di computer biologico, ho cercato di riflettere anche sul rapporto uomo-ambiente, sul forte e unico legame che viene a crearsi, determinando l’uno in funzione dell’altro. Queste tematiche, come l’impossibilità di una reale libertà nel decidere il proprio destino, per esempio, si possono considerare quindi come mio punto di partenza.”
Nel corso di questa fase di formazione artistica Paola Epifani decide di adottare il nome d'arte “Rabarama” e sviluppa uno stile assolutamente peculiare.
La sua ascesa nel mondo dell'arte contemporanea inizia partecipando ad un concorso internazionale di scultura in legno indetto dal Governo del Messico, in cui fu selezionata come rappresentante italiana.
A stretto giro, nel 1991, viene selezionata ad un concorso in Francia e poi ancora in Messico ove nel 1992 tiene una esposizione personale al Museo d’Arte Moderna di Toluca; nel 1993 viene selezionata per il Concorso di Scultura sul Ghiaccio in Alaska.
Ben presto viene notata dall'artista ed imprenditore Romi Osti che la supporta nei primi anni di professione artistica. In questo periodo Rabarama inizia ad essere conosciuta nel mercato dell'arte contemporanea e continua a sviluppare la sua poetica.
Nel 1995 avviene l'incontro con il gallerista Dante Vecchiato, amico di Romi Osti che lo sprona ad iniziare una collaborazione professionale con Rabarama, supportandola dal punto di vista del marketing fino al 2000. In questi anni l'identità di Rabarama si consolida sia sotto il profilo artistico che in quello professionale.
Da qui in poi la carriera di Rabarama conosce continui successi internazionali, in un decennio che porta le sue opere dall'Italia alla Cina e creando i presupposti per il suo invito al Padiglione Italia della 54a Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi.
Fondamentale per il corso della sua carriera sarà lo sviluppo da parte di Rabarama delle sculture in scala monumentale che iniziano ad apparire nella maggiori piazze del mondo con la loro enigmatica presenza:
Credo che ogni opera d'arte debba creare un momento di stupore all'interno di un percorso quotidiano.
Si dovrebbe instaurare quel giusto connubio/sinergia che permette all'opera di incuriosire il fruitore casuale instaurando un dialogo, per ri-trovare un momento di riflessione in un'era in cui la velocità sta divorando l'umanità.
E' per questo motivo che prediligo esporre le mie sculture in luoghi pubblici... In tal modo l'incontro-scontro con l'arte diverrà parte integrante del nostro quotidiano e non più relegato nei soliti ambienti “consacrati” che sempre meno persone hanno il tempo e la possibilità di visitare.”
Dalla metà degli anni novanta l’Artista sviluppa una personalissima ricerca che prende avvio da una particolare visione del mondo e della vita, basata sul confronto del libero arbitrio con la predestinazione degli eventi ed il conseguente rischio di una riduzione dell’uomo a semplice computer biologico. L’espressività dei soggetti è quindi perlopiù assente, azzerata da una ricerca cristallizzata e condizionata da un mondo regolato unicamente attraverso rapporti causa-effetto, che ha per comune denominatore la programmazione standardizzata della specie umana.
A conclusione di questa prima fase di ricerca, l’Artista espone nel 2000 un gruppo di opere presso la Fondazione Mudima di Milano, generate dalla consapevolezza che in ogni frammento della realtà e dell’essere umano vi sia l’impronta del principio originario. Da qui prende corpo un’umanità in continua metamorfosi, dove la negazione del libero arbitrio rappresenta solo la prima fase di un lavoro in permanente evoluzione. La “membrana”, il “mantello” che sembra avvolgere queste figure muta costantemente, arricchendosi sempre di nuovi segni, simboli e metafore. L’alfabeto indica il limite interno presente nel linguaggio ed il nostro essere enità singolari-plurali (secondo la concezione del filosofo Jean-Luc Nancy): geroglifici, puzzle e nidi d’ape sono la visualizzazione del genoma, le infinite combinazioni e varietà possibili insite nell’umanità, visualizzate nei labirinti mentali in cui è materializzata la multiforme complessità dell’Io.
Legata a quest’ultima traccia simbolica è la realizzazione di un scultura monumentale eseguita per il Museo d’Arte Contemporanea di Boca Raton in Florida, installata nel 2001.
Successivamente l’Artista supera la ricerca suli temi legati alla predeterminazione genetica: le figure, che dapprima non esprimevano aspirazione alcuna, rappresentando piuttosto uno status quo, subiscono un’ulteriore metamorfosi, lacerando la pelle-involucro che all’inizio le avvolgeva, simboleggiando la necessità di svincolarsi dal loro involucro, nel tentativo incessante di liberarsi, in un’ infinita ed estenuante lotta.
Le prime opere di questa seconda fase di sperimentazione sono esposte, sul finire del 2000, alla Galleria Enrico Navarra di Parigi, a seguito dell’esposizione “Trans-formation” e a S. Ivo alla Sapienza in Roma.
Nel 2001 la ricerca di Rabarama si focalizza sulla realizzazione di una serie di sculture monumentali, di notevole impatto visivo. Le stesse sono esposte presso spazi pubblici e fondazioni, quali la Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino, Museo Dolores Olmedo Patino a Città del Messico (Messico), Museo Fleury a Lodéve (Francia), “Open 2002” al Lido di Venezia (Venezia), l’importante Biennale d’Arte di Pechino (Cina 2003), Museo di San Salvatore in Lauro, Roma.
Nella prima metà del Duemila sono organizzate numerose mostre con un alto riscontro a livello internazionale, come ad esempio in Cina nel 2004, a proseguimento della partecipazione dell’Artista alla prima Biennale Cinese d’Arte Contemporanea svoltasi a Pechino: per alcuni mesi una personale occupa le sale e i giardini del Museo d’Arte di He Xiangning di Shenzhen; la stessa mostra prosegue a Pechino presso il Museo d’Arte Millennium Monument dove per l’occasione è presentata la scultura monumentale “Bozzolo”, che entrerà a far parte della collezione dell’Associazione Nazionale dei Pittori Cinesi per poi essere collocata nel museo d’arte, nel 2005, alla Biennale d’Arte Cinese. La stessa mostra itinerante prosegue successivamente a Jinan e Shanghai.
All’inizio del 2005 l’Artista è presente presso il Centro Culturale La Estancia a Caracas in Venezuela, in Olanda e presso la Fundaciòn Sebastian di Città del Messico.
Nel 2008 altri importanti appuntamenti confermano la fama internazionale di Rabarama: la straordinaria partecipazione alla Biennale di Pechino e in seguito “Rabarama à Paris”, evento in cui le sue sculture monumentali dominano alcune delle più importanti piazze di Parigi come Place de la Sorbonne e Place du Panthéon. In Dicembre si inaugura infine “Rabarama in Mizner Park” presso il Boca Raton Museum di Miami, ne grande parco e negli spazi museali.
Saint-Tropez ospita invece da Marzo ad Ottobre 2009 la mostra “Rabarama dans la Presqu’île de Saint-Tropez”. L’esposizione tocca alcuni importanti e caratteristici punti della città e del territorio circostante: mistero e natura si fondono, le sculture entrano a far parte della dolce quotidianità della Côte d’Azur accogliendo, sorprendendo e coinvolgendo lo spettatore che scopre, strada facendo, un percorso in cui strane creature in bronzo prendono vita, stracciando pesanti vesti, compiendo incredibili acrobazie o riflettendo al Sole sulla libertà dell’uomo, sulla sua lotta per sottrarsi ad un destino che sembra essere inevitabilmente deciso.
L’anno 2010 vede realizzarsi l’ambizioso progetto espositivo “Ubiqua 2010” : Cannes, Orta San Giulio (Novara) e Londra sono infatti le città selezionate per esporre le opere dell' Artista.
Tredici le opere esposte a Cannes, in contemporanea con il famoso Festival del Cinema, per “Rabarama sur la Croisette”: quattro di queste, inedite ed attesissime sculture in marmo di Carrara, poste direttamente sulla Croisette, mentre nove sculture monumentali in bronzo dipinto hanno accolto gli spettatori nel giardino del Grand Hotel di Cannes. A queste si sono aggiunte infine tre opere esposte a Saint Tropez: la scultura "Co-stell-azione" installata sulla spiaggia di Pampelonne accanto al Club 55, "Im-plosione" a Gassin e “Bozzolo” presso il Rond Point all’entrata di Ramatuelle.
Contemporaneamente in occasione dell’edizione 2010 di “Ortissima Percorsidorta”, evento che ha ospitato negli anni precedenti Arnaldo Pomodoro e Mimmo Paladino, sono state esposte ventitré sculture, delle quali dieci monumentali, all’aperto nelle vie del suggestivo borgo medievale di Orta San Giulio e tredici di più piccole dimensioni a Palazzo Penotti Ubertini che ha raccolto anche sette tele dipinte ad olio, proponendo un’attenta riflessione sulle infinite sfumature stilistiche dell’arte di Rabarama in un’esposizione curata da Luca Beatrice (già curatore della Biennale di Venezia del 2009).
Venti opere, di cui due monumentali, hanno accolto poi il pubblico a Londra direttamente all’interno della City, celebre distretto economico-finanziario, presso la “Moor House”, nell'estate 2010, confermando ancora una volta il valore internazionale dell'Artista.
Da Giugno a Settembre 2011, Rabarama è protagonista di una grande mostra in Firenze: “ANTICOnforme”. Le sue sculture hanno incontrato il pubblico in alcuni fra i più suggestivi ed antichi luoghi della città. In occasione dell'evento è stata anche realizzata la prima opera al mondo di sculpture mapping a 360° ed in real time. La mostra è stata curata ancora una volta dal critico Luca Beatrice ed ha suscitato enorme attenzione da parte dei media.
Ancora nel 2011, il valore artistico di Rabarama è confermato grazie alla sua straordinaria partecipazione alla Biennale di Venezia, la 54a Esposizione Internazionale d’Arte, in qualità di artista selezionata per il Padiglione Italia; dal 4 Giugno al 27 Novembre 2011 il pubblico di tutto il modo ha ammirato la grande scultura in marmo “Abbandono” presso l’Arsenale.
Il 2013 rappresenta la consacrazione del suo successo mediatico internazionale con la partecipazione a “One Night for One Drop”, evento esclusivo tenutosi il 22 Marzo al Bellagio Palace di Las Vegas: uno spettacolo inedito del “Cirque du Soleil”, una parte del quale direttamente ed ufficialmente ispirato all’arte di Rabarama. A partire dalla primavera 2013 le sue opere monumentali, bronzi e marmi, sono state esposte sul litorale della Versilia e presso l’Aeroporto Galileo Galilei di Pisa (fino alla primavera 2015) grazie alla collaborazione con la Fondazione Henraux. L’esposizione è poi proseguita nella città di Lucca fino al 2014, lungo le mura medievali e nelle piazze più importanti del centro storico.
Nel 2014 Rabarama viene scelta come “musa” dal brand mondiale “Kryolan” per sottolineare la centralità della body art nella cultura contemporanea. Nello stesso anno Rabarama espone le sue opere monumentali nella città belga di Knokke e successivamente è presente per la prima volta a “CI Contemporary Istanbul”, una delle nuove fiere d'arte contemporanea in maggior ascesa al mondo.


Attualmente Rabarama vive e lavora a Padova, gestendo autonomamente la sua carriera e collaborando a livello internazionale con importanti gallerie d'arte in Francia, Olanda, Belgio, Inghilterra, Turchia, Svizzera e Stati Uniti.


Sito web ufficiale: www.rabarama.info