giovedì 26 febbraio 2015

Il Labirinto nell'Arte Contemporanea e nell'Opera di Rabarama

"Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore." (Haruki Murakami)

Quantomeno dai tempi antichi della civiltà cretese e del famoso Labirinto di Cnosso, quello del Minotauro per intendersi, questa particolare struttura è tra quelle centrali nella cultura simbolica.
Impossibile non collegarne la forma a quelle delle involuzioni del cervello, fatto che lo rende simbolo ancora più possente dato questo suo evidente collegamento con una struttura naturale presente nell'uomo e in tutti gli animali superiori.

Il labirinto è quel luogo in cui l'entrata, l'inizio è ovvio e manifesto ma tutto quello che segue è misterioso. A questo si aggiunge il rischio mortale di non poterne più uscire e perdersi se non si trova la (unica) via che porta alla soluzione.

In questa sua valenza così profondamente avvicinabile al mistero dell'esistenza umana, il Labirinto ha avuto grande fortuna nell'arte, ispirando artisti quali Piet Mondrian (Diga e Oceano, 1915), Joan Mirò (Labirinto, 1923), Pablo Picasso (Minotauromachia, 1935) e Maurits Escher (Relatività, 1953), Keith Haring (The Labyrinth, 1989) tra i più noti.

Maurits Escher (Relatività, 1953)


Ed è stato scelto con un ruolo centrale in opere fondamentali della contemporaneità, in film e romanzi di enorme popolarità di autori quali Umberto Eco (Il Nome della Rosa), Stanley Kubrick (Shining), Guillermo del Toro (Il Labrinto del Fauno) solo per citare quelli universalmente famosi.

Stanley Kubrick (Shining), il labirinto


Nell'arte di Rabarama il Labirinto ha ben presto una importanza fondamentale:

“...l'artista Rabarama, che verso la fine del secolo XX e gli inizi del XXI rappresenta, con le sue sculture e i suoi dipinti, l'uomo nella sua dimensione labirintica. Sulle sue opere che spesso comunicano l'alienazione dell'individuo vengono disegnati i dedali della mente, come segno evidente di una sofferenza psichica nella società contemporanea. Sono rappresentate figure umane totalmente ricoperte da labirinti in rilievo, studiati nei minimi dettagli sulla scia del pensiero grafico di Haring. L'uomo stesso porta le tracce del suo percorso storico-archetipico, e attraverso i meandri intricati della propria mente diviene, sofferente, egli stesso un labirinto. La visione di Rabarama è in questo senso rivoluzionaria, non solo perché conduce l'estetica del dedalo verso la rappresentazione dell'involucro attraverso il quale procedere verso il cammino e l'erranza iniziatica, ma anche perché è l'uomo stesso, con la sua mente labirintica, a rappresentare il simbolo archetipo del meandro.
Così le sculture di Rabarama sono ricoperte di labirinti, come avviene in “Labirintite” o nell'opera “Giro di Vita”, oppure in “Inter-corso”, e in molte altre. “
Da Labirinti: da Cnosso ai videogames,  Di Marco Maria Sambo ,  2004 AlbertoCastelvecchi Editore 

Rabarama, Giro di Vita


Il tema labirintico si innesta, nella poetica di Rabarama, nella tensione tragica tra destino (su basi genetico-spirituali) e libero arbitrio, aggiungendo a quel dilemma titanico la complessità, appunto labirintica, del trovarvi soluzione.

Anche nelle fasi successive dell'evoluzione di Rabarama, quando l'Artista decreta la possibilità per l'uomo di liberarsi dalla predestinazione genetica (che definisce con la similitudine ad un “computer biologico”) grazie al viaggio nell'interiorità e al contempo verso gli altri attori sulla scena dell'esistenza (altri esseri umani, la Natura), il labirinto continua ad apparire nelle sue opere a testimoniare sia il passato da cui si genera il suo presente artistico sia il permanere della componente misterica e mistica in questo viaggio di liberazione.

E' così che il tema del labirinto appare anche nella sua più recente opera “Alone” (scultura in bronzo dipinta a mano) ove la solitudine quasi eroticamente estatica di un corpo femminile si accompagna a una pittura sprallegiante tra le cui pieghe appare (a seconda dei giochi della luce-Illuminazione) il labirinto:

Rabarama, Alone (detail)

Una domanda conclusiva, ancora citando Murakami*:
“And when I start having thoughts like this, the more I think about it, the less I can tell how much of the vividness is real and how much of it my imagination has invented. 
I feel as if I've wandered into a labyrinth. 
Has that ever happened to you?” 


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Rabarama, ALONE
medium: hand painted bronze
dimensions cm: 18 x 47 x 19
year: 2013
edition: 8 copies + IV artist proofs

Rabarama, Alone

Rabarama, Alone


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*Haruki Murakami, The Wind-Up Bird Chronicle 

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