venerdì 27 marzo 2015

"La Settimana di Rabarama" - 27 Marzo 2015


Questa settimana è stata intensissima! 
Il viaggio a Las Vegas per partecipare a One Night for One Drop con il Cirque du Soleil è stata una  bellissima esperienza, con persone così stimolanti e energetiche. Ho partecipato anche quest'anno donando una mia opera per l'asta di beneficenza per aiutare la fondazione One Drop nei suoi progetti per portare acqua potabile e chi soffre la sete nel mondo. 
Poi appena tornata in Italia, dopo una tappa a Miami per alcuni affari :), subito in fonderia a rifinire delle opere e in atelier a terminarne altre.

Vi ho presentato in particolare due sculture, A-ttenzione ed Aspir-azione, due soggetti storici per me (li trovate qui: http://www.rabarama.info/#!sculptures/ccj4 ) e un dipinto del 1999, esibito in due importantissime mostre per la mia carriera: Labirinto Mentale (è qui: http://www.rabarama.info/#!painting-labirinto-mentale/c5gx ). Una tappa molto importante della mia storia artistica!

Voglio segnalare anche la grandissima partecipazione su facebook ad una domanda che avevo posto, circa il ruolo sociale dell'artista: in così tanto hanno espresso la loro interessante opinione, grazie e potete ancora commentare qui: http://on.fb.me/1OCqyRd  ).

Mi raccomando: iscrivetevi alla mia newsletter e avrete sempre molte novità in anteprima direttamente nella vostra e-mail: http://www.rabarama.info/#!subscribe/c9c1.

Nel mondo della scienza si stanno muovendo molte cose: sarà un anno decisivo nell'esplorazione spaziale (vedi le missioni verso Ceres ed Europa ad esempio) e nella comprensione della realtà: mi ha molto colpito la notizia del prossimo esperimento del Cern con un acceleratore di particelle che “è pronto per aprire un “portale” tra gli Universi paralleli”...veramente i confini tra scienza e fantascienza stanno sparendo! Come artista sono felice di vedere come spesso l'arte (in questi casi la letteratura fantascientifica) possa ispirare la ricerca scientifica...
La notizia dell'aereo passeggeri tedesco schiantato sulle Alpi è sconvolgente se risulterà vero quello che pare, cioè che uno dei piloti abbia fatto schiantare volontariamente l'aereo per “suicidarsi”...quali “demoni” si annidano dentro alcune persone?  Terribile...
Per fortuna arrivano anche notizie positive dal mondo:  pare che gli sforzi per aiutare chi soffre la sete stiano iniziando ad avere successo a livello globale (anche grazie a fondazioni con One Drop!).

La settimana prossima una importante e bella novità, per farmi conoscere meglio! Iscrivetevi alla newsletter per avere l'anteprima,  http://www.rabarama.info/#!subscribe/c9c1 e anche le prossime news sul Rabarama Skin Art Festival (www.rabaramaskinartfestival.com )

Un buon week end a tutti!
Rabarama
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martedì 24 marzo 2015

L'artista deve avere un ruolo sociale o solo creare arte?

Giorni fa ho chiesto sulla mia pagina facebook l'opinione riguardo ad un quesito centrale della contemporaneità:
l'artista deve avere un ruolo sociale o solo creare arte?
Le risposte sono state moltissime, prova del fatto che la questione è molto sentita e merita di essere dibattuta: riporto qui di seguito i commenti più articolati, sperando possano essere di stimolo ad una ulteriore riflessione.

Grazie a tutti coloro che hanno voluto contribuire:




Carlo Berti Noi più di altri abbiamo la possibilità di entrare nel sociale. Io sono un artista ma da tempo oramai ho accantonato l idea di vivere della mia pittura..ritengo che non siano i momenti giusti...quindi ho costituito un associazione " Firenze cultura e colore" ...faccio un paio di personali l anno e tutto il ricavato delle vendite va ad un orfanotrofio ucraino dove ho una bambina in affidamento. Nell' ultima mostra ho venduto sei quadri...con il ricavato di essi ho comprato libri di testo , uniformi scolastiche e cambiato tutto l impianto dell acqua calda che non funzionava. Adesso possono tranquillamente farsi una doccia calda....e la mia pittura ha un senso compiuto! adesso mi sento realizzato...se restavo il classico artista che vuole emergere per benefici personali ancora ero li che rosicavo invidiando i successi altrui. quindi....se vogliamo con l arte si può far veramente del bene.

Federica Falchini l'arte è una pratica di vita e della vita. sta tutto insieme, inscindibile e inevitabile.

Roberta Tampieri io credo che chi fa arte lo fa perché non può farne a meno. però esprimere è anche condividere. quindi l'arte è un'attività sociale.

Tiziana Acomanni Fare arte ti porta a conoscere te stesso e di conseguenza il percorso che ti interessa fare poi Domani è un altro giorno e tutto può cambiare

Gianni Broda Se oggi conosciamo il nostro passato lo dobbiamo senza dubbio all'arte,non dimentichiamo che prima dell'avvento della fotografia solo il pi attore e lo scultore ci hanno fatto conoscere vita costumi del passato iniziando con graffiti e le le pitture sulle pareti di grotte ecc.ecc.quindi l'arte ha sempre svolto un ruolo sociale che lo vogliate o no.Questo è il mio modesto parere (per quello che vale)

Laura Porcu i veri artisti amano la liberta',oppure lottano contro chi cerca di tarpargli le ali, non vogliono vendersi, o vivere in funzione di chi li paga.
I veri artisti sono persone libere che esprimono attraverso la loro arte ciò che sono umanamente e culturalmente andando contro chi cerca di reprimere il loro essere. Molti di cosiddetti"artisti"si sono venduti ,sono diventati ricchi, hanno ceduto al vil denaro ,non creano più', non hanno più' idee, molto sp

Franco Fasano Credo che l'artista debba solo creare arte e sia suo dovere esporla. Dopo di che la sua arte diventa "sociale", emanando messaggi diversi a seconda di chi la guarda. Ho sempre un po' di diffidenza di chi fa arte per lanciare messaggi.

Federica Levorato secondo me con l'arte si puo' fare del bene come dice Carlo Berti, io dipingo e presto andro' a lavorare - giocare con i bimbi in un laboratorio pittorico... se con la mia arte potro' renderti felici avro' fatto qualcosa che mi dara' soddisfazione e di utile socialmente!

Spaziogmarte ...il suo ruolo sta nel creare arte guardando e vivendo nel sociale.....di cui l'Artista, sia che viva in solitudine o condivida con altri le proprie esperienze, ne è sempre il riflesso......

Gustavo Sacchetto Vecchia questione!!! Se fai arte e crei è inevitabile un tuo ruolo sociale, purchè la tua arte sia visibile.

Giovanni Tasciotti Inside-art L artista deve essere un asociale assolutamente al di fuori della società altrimenti esce fuori arte preconfezionata perbenista e borghese... arte ahimè borghese

Luca Zenobio La prima cosa che mi accade quando osservo un opera d'arte è una forte reazione emozionale. L'arte ha da sempre "parlato" all'anima suscitando quindi forti reazioni. Chi è in grado di parlare alla nostra parte più intima dando luogo a reazioni interiori di pensieri, emozioni o anche di indifferenza ha sicuramente un importantissimo ruolo sociale! Almeno credo.

Sandro Bilobrk Un artista deve essere libero nei suoi pensieri da ogni influenza esterna..; )

Valter Carenzi L'arte è la massima espressione di una cultura, di una società.... come si può pensare che non ha,o che non possa avere, un ruolo sociale?

Alessio Diego Filanti Credo che tutti dovremmo imparare che avere un ruolo sociale migliora, ed aiuta a far migliorare...
Incanala il nostro ego e lo costringe ad inchinarsi alla grazia...

Stefano Torelli Creare arte È di per se un ruolo sociale: risveglia le coscienze!

Giancarlo Montuschi Da pittore direi che un artista deve fare ad arte il suo lavoro, sia pittore o pasticciere o barbiere....

Giusy Alberti Già l'arte è un avvenimento sociale di per sé. ..l'artista deve decidere solo quanto può accompagnare le sue opere all' interno della storia
L'arte e le sue opere testimoniano la società nei suoi cambiamenti e l'artista è la fonte del suo messaggio. Una volta che esponi le tue opere condividi un pensiero che diventa pubblico, quindi sociale.le due cose sono fortemente connesse . io ad esempio, prima ho conosciuto le tue opere,attraverso un programma televisivo di vendita di opere d'arte e poi,di conseguenza, mi sono chiesta chi eri ,com'eri. ..è un occasione per guardare meglio il concetto di ciò che si vuole esprimere con le proprie opere...o no?
Creando arte,si attira l'attenzione della gente e inevitabilmente diventa un fatto sociale.l'artista può solo scegliere se parteciparvi attivamente o meno.

Alberto Baj L'artista deve fare quello che sente! Le opere d'arte hanno sempre un significato culturale ma non necessariamente di immediata traduzione sociale o politica. La cosa importante è che se il significato sociale travalica il gesto artistico rischia di trasformare l'arte in puro esercizio tecnico: fare un opera significativa può voler dire non lasciare spazio alla spontaneità ... Buon Arte a tutti

Giorgio Riondato L'artista per l'arte. Solo successivamente si può pensare ad un effetto dell'arte, il primo movimento è pura espressione.
Non credo ad un approccio funzionalista, questo viene necessariamente (ed eventualmente) dopo il momento creativo, non è in grado di creare materia artistica. Tra l'altro questo salva l'arte dall'essere ridotta ad ancella.

Luca Moretto Un po' e un po'... L'arte da sempre è un mezzo di comunicazione... X dare messaggi di ogni tipo.
Il mio è di dire che " l'ottimismo può fondare le sue radici anche nel dolore "
Lo faccio con il colore, con la materia, con una gran forza di volontà e del saper vedere non un bicchiere pieno o vuoto per meta! Ma iniziando a vedere il bicchiere come il primo punto di fortuna. Se hai il bicchiere pensi a riempirlo e come, con cosa... Senza devi preoccuparti a trovarlo. Quindi in questo concetto io vedo ottimista anche colui che il suo lo vede "mezzo vuoto" !

Cirillo Salvarte Si sarebbe chiamato sociologo...l arte ha un ruolo sociale essendo arte...altra cosa e usare in tema sociale che ormai magari ne parla il tg,striscia e bruno vespa...quella e comunicazione,o meglio,avvalersi di temi cari alle masse per fare dell arte un prodotto per masse...di consumo.OGgi produrre" arte" forse e'anche il gesto piu' rivoluzionario,perche, in una societa' del consumo produrre qualcosa che si storicizza significa produrre un valore nn solo a chiacchiere ma a fatt,un valore estetico unico,lineare e coerente stabile che va oltre il valore nominale semplicemente perche',essendo arte,supera le varie epoche.Oggi l artista e secolare,secolare e globale si affaccia sul mondo..nn e' un ignorante,nn si ammettono scappatoie o superfetazioni.

Claudio Raccagni L artista deve stare bene con sè stesso quando fa arte. Il resto viene da sè......e conta meno.

Mir Ko Io credo che solo l'arte può cambiare la qualità dei ruoli sociali....non ti dimenticare di te e di cosa puoi fare....cambia il mondo. Auguri

Nida Tomei Il vero Artista HA un ruolo sociale. Sempre.in tutti i tempi

Luca Cardinali L'artista un ruolo sociale se lo guadagna, come tutti del resto
L'artista ha un ruolo sociale fondamentale, esplora e rappresenta, non istituzionale, l'istituzione dovrebbe tutelare le scoperte dell'artista

Sofia Triantafillis Secondo me ad un artista non va chiesto un ruolo sociale. Sono stati artisti molti uomini non di buon esempio per la massa. Sono stato artisti persone capire da pochi, da un'elite, sono stati artisti personaggi osannati dal pubblico, in vita o a posteriori. L'arte é ciò che crea emozioni, il bello e inutile... Il pubblico di un'artista può essere un piccolo gruppo di intenditori o una folla.. L'arte non ha definizione o perimetro.

Piergiorgio Di Lembo L'artista non deve avere un ruolo sociale per forza. Comunica senza aspettative. Rappresenta la realtà che vede o il dolore che prova senza pretesa di condivisione. Sono le persone ad attribuire un ruolo sociale, quelle che si riconoscono nelle opere d'arte o che ne parlano, quelle che in una pietra, in un quadro, in una poesia rinvengono le radici più intime del proprio vissuto.

Nico Finocchio Se ha tempo disponibile... entrambi..! anche postando queste domande o idee... aiuta e impara..

Nadia Cargnelli cara Paola, prima di rispondere alla tua domanda avrei bisogno di confrontarmi con te sul significato del termine "artista". Troppi imbrattatele si definiscono tali e troppi tecnicismi senza creatività sono apprezzati da molti solo perchè manca loro una cultura dell'arte. Per quanto al "ruolo sociale" penso (e spero!) che ogni forma di comunicazione possa concorrere a migliorare lo scambio di idee, di valori, di principi. La comunicazione visiva è, tra tutte, la più efficacie, la più universale. E' quella che non conosce confini di stati, di etnie, di religioni, di cultura , di età, quindi la più "sociale.

Claudio El Caio Credo che il momento storico lo richieda.....chi ha qualcosa da aggiungere, da dire lo faccia, l'artista é una persona sensibile e si nutre dell'odierno, ed il sociale lo è!

Oz Zifero Chi decide chi e' artista in fondo? Chi compra o chi raccoglie il messaggio spesso contorto e inconsapevole dell artista? L' artista e' colui che non sa di esserlo , e' quell' essere che sente di essere e di creare.

Giorgio Micheli L'artista crea indipendente dall'aspetto sociale però è inevitabile che esprima gli aspetti etico sociali del mondo contemporaneo in cui vive. Le tue opere esprimono appieno questo. Non puoi sfuggire alla realtà anche se non la menzioni direttamente. I miei romanzi sono storie d'amore etico sociali

Rosanna Nicastri OGGI l'arte, deve RI-avere un ruolo sociale!!!!il momento storico lo richiede...

Tiziana Acomanni Nel fare arte si trova se stessi e questo è una gran bella cosa perché si capisce il percorso da fare ma Domani è un altro giorno e le cose possono cambiare ....

Tecum Seh . If it is art for the art, it is ok for me. If the artist attends with his art a social role even better. A film director can make a very beautiful movie in a technical way or he can make movies to put the atttention on major issues in the society or he can do both. An artist can place himself (herself) in a difficult position if he/she adds a social accent, so it is not that evident. Also some artforms are more obvious to take such a role. For example theatre, film or conceptual art. I will conclude by saying that art in general must be the conscience of society, a kind of 4th power

Unal Karakas I think the artist does already have a social role directly and indirectly. It is only up to the artist if she/he should be involved more with a direct social role. As far I as see, you are very good in both ways. I would consider your collaboration with Cirque du Soleil as a good example...

Raimonda Cocco forse l'artista in se può non averlo ma, le sue opere, avranno inevitabilmente un ruolo sociale... tutto è comunicazione , anche l'arte!

Francesco Caudillo L'arte è sempre 'sociale'..sia che propugni aspetti positivi, sia che sia di rottura o distruttiva del presente. L'arte è emozione, se non lo fosse sarebbe solo esercizio tecnicistico o speculazione

Giovanni Ria Può avere un ruolo sociale grandissimo. Con umiltà si pensi a Michelangelo e la sua Cappella Sistina. Il segreto è conservare la massima umiltà e fare bene...

Stefano Sogari l'artista è artista proprio perché riconosce il suo ruolo sociale

Gianluca Pickering Masi Per come la vedo io, solo creare arte. E' la sua opera che dovrà rapportarsi con il sociale, o con il mercato...o con ambedue

Marco Macrì L'artista, colui che crea, può benissimo non mostrarsi mai in pubblico e lasciare che la sua arte "parli" per lui attraverso le proprie opere (vedi Banksy). Non ce lo vedo Giorgio de Chirico che si schiera contro l'Isis, o Mario Schifano che scende in piazza per manifestare insieme agli Indignados... L'artista puro, solo per il fatto di creare e mettere le sue opere a disposizione di tutti, ha già dato il suo contributo alle persone e al mondo.

Alessio Mariotto Prima lo si fa per se stessi, poi se si diventa artisti importanti e si arriva agli occhi di molte persone penso che un po di "senso del sociale" lo si debba avere.L arte e' ricerca continua, se si riesce ad inserire dentro qualcosa di sociale , perche no...'-)

Luciano Stuttgard L'artista e' artista punto ..occorre lavoro occorre tempo occorre impegno occorre dedizione ..se poi proprio perché artista esprime un messaggio di cui può esserne portavoce singolo o in gruppo in cui riconosce i suoi valori perché no !?...fine a se stessa l'arte non lo e' mai ...sarebbe povera

Nino Scanu Se con le proprie opere un artista può aiutare chi ha bisogno ben venga. Ma anche lanciare messaggi positivi attraverso l'arte.

Massimiliano Bedini L'arte ha un ruolo sociale, l'artista solo se riesce a fare della proria vita la sua migliore opéra d'arte. Haring forse su tutti.,...

Stefano Mascadri A mio parere l'artista può ricoprire un ruolo sociale, ma non necessariamente. L'artista esprime emozioni che possono avere sigificati singolari o via via più ampi. Non va pertanto denigrata l'arte fine a se stessa, purchè di arte si parli...

giovedì 19 marzo 2015

Italian Art to Benefit World Water Day at One Night for One Drop by Cirque du Soleil

In March 20, 2015 in Las Vegas, Cirque du Soleil  will stage a great show to support  One Drop foundation in its struggle to ensure access to safe water to all those who have none. At the soireé are invited world-class VIPs, artists and celebrities: from Italy there will be the artist Rabarama that will also donate one of her important works for the charity auction to benefit the foundation.

Cirque su Soleil performing Rabarama
One Drop foundation was born a few years ago thanks to the founder and owner of the Cirque du Soleil, Guy Laliberté (also known for being one of the first private citizen to make a space trip, thirty-nine days aboard the International Space Station).
The event, entitled One Night for One Drop, is celebrated on March 20, 2015 in Las Vegas, in the vicinity of the World Water Day, to ensure the support and funding of One Drop foundation, which is currently engaged in projects of water-supply  (in Africa, Central America and India) involving approximately one million people that are finally coming out of constant water scarcity.
The combination of philanthropy, art and entertainment is dued to the personality of Guy Laliberté, for his life experience and his passion for contemporary art (in his collection also works by Rabarama): his career began as a street fire-eater and today is one of the richest people in the world, inventor and leader of the world's most famous circus.
Laiberté is an admirer of Rabarama who was invited to the important event again this year, as told by the artist: "Since some years I personally know Guy Laliberte, owner of Cirque du Soleil and founder of One Drop: an extraordinary person who has turned his childhood dream in a great reality, the best circus in the world, never forgetting those in need. His dedication to the cause for assisting people who suffer because of the lack of drinking water (one in three people in the world) is admirable and I am proud to be working in this noble initiative. "
Also this year the event in Las Vegas will be the biggest show of 2015, combining all the best artists and professionals of the Cirque in a unique choral performance, before the eyes of personalities taking part from all over the world and in favor of those who suffer thirst and water-borne diseases, problems that will be expected to worsen in coming decades also becoming one of the biggest threats to peace,  according to many climate-change scenarios.

Women Curves: The Origins and Power of Female Body Shape

(source ECONOMIST, thanks to Gisele Waters)

Curvology: The Origins and Power of Female Body Shape. By David Bainbridge. Granta; 227 pages; £14.99.


TABLOID newspapers take a prurient interest in women who flaunt their curves. The role of the media, and other cultural forces, in constructing notions of female beauty is often discussed. But “Curvology”, a new book by David Bainbridge, focuses on the part played by evolution in men’s—and women’s—understanding and appreciation of the undulations of the female form. Men’s and women’s bodies differ more than is necessary simply to gestate, bear and nourish children. Why?

The simple answer, suggests Mr Bainbridge, a British reproductive biologist and veterinary anatomist, is that those curvy bums and boobs, the straight “enviable pins” that newspapers salivate over, ensure the future of humankind. They are proof that a woman was well-nourished while growing up and carries good child-feeding genes. He explains in such terms the changes in women’s bodies throughout their lives: it makes evolutionary sense for new couples to plump up—in comparison with when they were single—as this provides both of them with a fatty fallback for when they begin the arduous task of reproducing the species.


For many this book will be uncomfortable reading. Humans are uneasy with the idea that they have overcome so few of their baser urges and that appearance matters so much, argues Mr Bainbridge. But these urges have existed for as long as people have desired each other enough to want to have sex. That long heritage cannot be erased, he writes, “just because it makes us queasy”.

The author raises interesting questions about the evolutionary explanations for eating disorders—though his answers are highly speculative. Episodes of bingeing and starvation were normal features of pre-agricultural life; some animals still reduce their intake in winter. Eating disorders, the author writes, could be “evolutionary relics of a time when our food supply was unpredictable”.

Some of his other observations will seem facile, especially to female readers—the notion that clothes do more than passively shroud and protect a person’s body but become part of their psychology comes as no revelation. But the book’s ultimate question, what does it mean to be a woman and to balance the “ancient conflicting demands of food, shape and success in a modern, unnatural world”, is one worth asking, even if Mr Bainbridge does not quite answer it.

lunedì 16 marzo 2015

Rabarama биография на български език

‪#‎Rabarama‬ (www.rabarama.com) е псевдонимът на Паола Епифани (Paola Epifani), придобила огромна популярност сред арт средите по целия свят. Тя създава огромни монументални скулптури от теракот, мрамор, стъкло, които боядисва с различни бои или бронз. Нейните арт инсталации изобразяват човешкото тяло в различни пози.
Забележителните скулптури на Rabarama са показвани в множество галерии, музеи, паркове, площади и други обществени пространства по целия свят. Китай, Холандия, Мексико, Франция, Италия, Англия са малка част от държавите, в чиито градове цветните скулптури са се радвали на огромен успех.
Rabarama е родена в Рим през 1969 г., но живее и работи в Падуа. Тя е дъщеря на художник и още от ранна детска възраст показва вроден талант при създаването на различни скулптури. Учи в Гимназия по изкуствата в Тревизо, след което продължава арт образованието си в Академията за изящни изкуства във Венеция. След като завършва, тя веднага започна участията си в редица национални и международни конкурси за скулптура, с което печели признанието на критиците и на широката общественост.
1995 е повратна година в живота на Rabarama, тъй като отбелязва началото на партньорството й с галерия Dante Vecchiato. Съвместната им работа е важна за развитието на нейните бъдещи художествени теми, както и популяризирането й в Италия и по света.
Може би искате да разберете какво е закодирано в символите по скулптурите, но това остава загадка и за нас.
http://www.highviewart.com/ogromnite-tsvetni-skulpturi-na-rabarama-1190.html 




venerdì 13 marzo 2015

The Artist’s Body Merging With Her Sculpture

Original here: http://www.boredpanda.com/the-artists-body-merging-with-her-sculpture/

This great shot was made by Hikari Kesho for a project regarding body art and as the cover image of the Rabarama Skin Art Festival, with Kryolan

I always called my sculptures “my creatures” and thank to body art and a great photographer here I am merged with my iconic work “Transmutazione”.
I believe in the art and the body because our society is moving towards a total annihilation of the body even if many would say that this is not true because the body is so present in mass media and culture. This is the point: it is really present but as a product, not as the “temple of life” that it is.
I think that a way to contrast this is to refer strongly to the harmony and beauty of the human body, to make its inner value explicit: the body is the symbol of life, feelings, relationships, identity.
If it is treated like an object and a product, well, all Life will become a product, together with sentiments and spirituality (sadly we see that this is really happening right now).






Original here: http://www.boredpanda.com/the-artists-body-merging-with-her-sculpture/

Backstage video:


Rabarama and Hikari Kesho: body art from Rabarama on Vimeo.

giovedì 12 marzo 2015

I Distruttori di Musei, dal Futurismo allo Stato Islamico

“Il museo trasforma l'opera in oggetto.” André Malraux, La metamorfosi degli dèi, 1957
“Sono stato alla Pinacoteca di Brera, oggi; la cosa che mi è piaciuta di più è stata la ragazza di uno.” Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010 

Il “museo” è spesso obiettivo dei movimenti rivoluzionari (in senso esteso, quelli che vogliono modificare lo status quo) nel tentativo di distruggere un passato visto come opprimente, errato, fuorviante (a seconda dei casi e delle ideologie):

“Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie” (punto 10 del Manifesto del Futurismo)



Fortunatamente i Futuristi non misero in atto questa loro affermazione programmatica mentre la cronaca di queste settimane ci ha mostrato le distruzioni continue operate dal sedicente Stato Islamico in numerosi musei.
E' un'operazione non nuova spinta dalla volontà di imporre un diverso presente senza dover fare i conti con il passato, cosa impossibile se non appunto cancellandolo in maniera violenta.



A livello più profondo e in qualche modo involontario però la cancellazione del passato (come valore) avviene anche attraverso una certa concezione del museo come mausoleo in cui la cultura antecedente è mummificata, congelata, resa inerte e non più feconda.

Se l'evoluzione della società e della cultura non può prescindere dal passato questo però deve essere rivitalizzato nella contemporaneità e non relegato ad un ruolo di fissità distante.
Il fiume del tempo deve continuare a scorrere senza interruzioni per continuare a generare novità di rilievo globale: in questa metafora le distruzioni sono come dei rami morti che si inaridiscono e alcuni musei come delle anse di acqua stagnante.

In questo senso, l'arte di Rabarama (tra gli altri) si colloca in questo ambito di continuità e di reinterpretazione vitale dell'arte e della cultura del passato, con il suo esplicito riferimento alla scultura antica e classica (come racconta l'Artista: “Io sono nata a Roma, per cui ho sempre respirato e vissuto la grande classicità scultorea. (…) resto sempre affascinata dalla purezza delle linee della scultura greca, siccome dalle opere del Canova, o dalle antiche sculture egizie, o del Messico e dalla scultura primitiva") e con l'utilizzo di simbologie tradizionali e la reinterpretazione di tutto questo secondo le coordinate mutevoli della contemporaneità: in primis il ruolo dell'uomo nell'indagare su se stesso dopo la caduta dei tradizionali sistemi di valori e interpretazione della realtà e di fronte alle accelerazioni legate alla genetica, alla bionica, ai mutamenti sociali determinati dalla società del consumo.

Ed è per questo che la sua dimensione è più quella dell'arte pubblica che di quella museale, prova ne è l'enorme successo delle sue esposizioni pubbliche nelle città del mondo:
“credo che ogni opera d'arte dovrebbe creare un momento di stupore all'interno di un percorso quotidiano.
Si dovrebbe instaurare quel giusto connubio/sinergia che permette all'opera di incuriosire il fruitore casuale instaurando un dialogo, per ri-trovare un momento di "riflessione" in un'era in cui la velocità sta divorando l'umanità.
E' per questo motivo che prediligo esporre le mie sculture in luoghi pubblici... In tal modo l'incontro-scontro con l'arte diverrà parte integrante del nostro quotidiano e non più relegato nei soliti ambienti “consacrati” che sempre meno persone hanno il tempo e la possibilità di visitare.” (Rabarama)

Rabarama

mercoledì 11 marzo 2015

Fukushima Anniversary Through Art

Four years ago the Tsunami and Fukushima tragedy in Japan.

I would like to remember through a selection of works inspired to Fukushima catastrophe, because art has a role in society and a great one:

My sculpture TADASHI.... thinking of you

Rabarama. Tadashi (marble sculpture)


Carlos Ayesta and Guillaume Bression, Fukushima-10


fukushima-2011by Jose Alberto Gomes Pereira


Q.Sakamaki, Fukushima


Street Art by Goin in Lyon France, Fukushima-Flowers


lunedì 9 marzo 2015

Beauty and the Brain: Understanding Our Responses to Art

BY STEPHANIE HUGHES from Science Friday

Perhaps you’ve walked beside one of the giant, gently curving steel plates that make up a Richard Serra sculpture. Or maybe you’ve spent time gazing at one of Mark di Suvero’s angular, pick-up-stick arrangements of steel beams. Which of these artworks do you immediately prefer? Ed Connor, a professor of neuroscience at Johns Hopkins University, might be able to predict your answer. He’s interested in whether we intuitively favor certain shapes over others—and if so, what that could mean for how we experience art.

Connor's research is part of an emerging field called neuroaesthetics, which uses techniques of neuroscience to try to understand our response to art. “Our hope is that you can discover truly new things by analyzing the brain as an information processing system, just the way you would analyze a computer,” he explains.

A few years ago, Connor joined forces with Gary Vikan, then the director of the Walters Art Museum in Baltimore (he’s now retired). Together their team set up a two-part experiment to measure how people respond to different surface curvatures in three-dimensional shapes—in this case, shapes adapted from sculptures by the artist Jean (also known as Hans) Arp. Arp’s pieces are abstract, with full, smooth lines. If a sculpture can seem weightless, Arp’s are buoyant.

Vikan and Connor thought that using non-representational art would help viewers form opinions about the artworks free of prejudice. “If you're talking about the Sistine [Chapel] ceiling, you’re talking about God,” says Vikan. “You get sidetracked on the subject matter. If you’re talking about Arp, it’s just a blob. And Arp made better blobs than some people make.”

First, Connor’s team scanned images of Arp’s sculptures. Next, graduate student Neeraja Balachander used software that she developed to gradually alter the surface curvatures of each piece from full-bodied and rounded, to elongated and pointier. Then, study subjects donning 3-D glasses viewed arrays of these altered shapes on a computer monitor, and clicked on the ones they preferred. The researchers found that the majority of participants stated a preference for softly curving shapes as opposed to pointy and elongated ones.

In the second part of the experiment, another group of participants viewed the most noticeably modified Arp images while in a magnetic resonance imaging scanner. The researchers found that when subjects looked at softly rounded forms, there was a stronger neural response in the higher-level visual cortex, which contains regions that register shape. (The findings haven’t been published yet.)

Connor isn’t exactly sure why the soft curves elicited these stronger responses, but he says that living organisms tend to have these kinds of lines, and it’s possible that humans have evolved to favor that sort of shape as a result. “It makes sense for finding mates, finding good things to eat,” he says. For instance, “you are going to eat the grape with the nice curved surface, not the shriveled one that’s not ripe.”

soft curves in Rabarama's marble sculpture Prest-azione

 Taking a neuroaesthetic approach to art, however, isn’t without controversy. Alva Noë is a professor of philosophy at the University of California, Berkeley and the author of a forthcoming book that discusses neurobiological approaches to art. He says that in emphasizing preference, neuroaesthetics simplifies our response to art. Such an approach leaves out more complicated feelings that art might compel in us. “That verb ‘to like’ is really broad and encompasses almost everything,” says Noë. For instance, consider your reaction to various films you’ve seen. “It can be true [that] I liked the movie even though I spent the entire time wanting to leave because it was so upsetting,” he says. “‘Liking’ sort of under-describes how we evaluate and respond to art.”

continue reading the original article here: 
http://www.sciencefriday.com/blogs/03/06/2015/beauty-and-the-brain-understanding-our-responses-to-art.html?series=20

giovedì 5 marzo 2015

#SciArt, una settimana all’insegna della scienza e dell’arte

Fotografie, immagini, tutto quello che vi può venire in mente e che rispecchia l'unione tra scienza e arte. Per tutta la settimana postate le vostre creazioni usando l'hashtag #SciArt 
by Giulio D'Alfonso 


FOTOGRAFIA – Questa settimana è in corso su Twitter una campagna informativa che coniuga arte e scienza. Su iniziativa del blog Symbiartic, parte del gruppo Scientific American, dal 1 al 7 Marzo potrete seguire l’hashtag #SciArt, la parola d’ordine che vi consentirà di accedere al flusso di messaggi. L’iniziativa si propone di sensibilizzare il grande pubblico al tema della comunicazione e della cultura scientifica, soprattutto attraverso l’utilizzo delle immagini.

La partecipazione è libera, voi stessi potete inviare una vostra creazione. Non ci sono restrizioni di formato o stile, l’unico limite è la vostra fantasia. Nella galleria che abbiamo preparato, in cui potete vedere alcuni dei lavori spediti in questi primi giorni, c’è effettivamente di tutto: dalla più classica illustrazione naturalistica a quella di una bambina, da un gioiello che rappresenta un parassita intestinale al progetto di una banconota.

E se non avete nessun lavoro da inviare? Nessun problema, potrete contribuire semplicemente rilanciando i tweet che avete apprezzato maggiormente.

Se voleste inviare un vostro lavoro (nel caso fatecelo sapere), di seguito riassumiamo alcune linee guida:

Il post deve contenere l’hashtag #SciArt
La varietà è apprezzata, potete postare da schizzi, a illustrazioni a fotografie o qualsiasi espressione artistica
I lavori non devono essere inediti, siete liberi di utilizzare il vostro materiale d’archivio.
Fatevi pubblicità. Potete promuovervi nel tweet che, idealmente, potrebbe essere composto così: nome dell’opera + link a quello che volete + #SciArt + l’immagine
Diffondete gli altri lavori per quanto più vi è possibile.

https://twitter.com/Symbiartic

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Su una tematica simile vi invito a visitare il mio nuovo blog: https://seercraft.wordpress.com/


mercoledì 4 marzo 2015

UK Artist Spent 7 Years in a Forest to Tranform It in a Work of Art

Ellie Davies, a talented multimedia artist in the UK, has spent seven years turning landscapes throughout the UK into beautiful and ghostly works of art. By introducing subtle (or sometimes not-so-subtle) elements to these landscapes, she turns them into meditations on our relationships with the landscapes we grow up and live in.

“The forest represents the confluence of nature, culture, and human activity, forests are potent symbols in folklore, fairy tale and myth, places of enchantment and magic as well as of danger and mystery.  In more recent history they have come to be associated with psychological states relating to the unconscious. Against this backdrop my work explores the ways in which identity is formed by the landscapes we live and grow up in.”

The images are beautiful on their own, but each series also has its own intent on the artists’ part, which can be found on her website. Be sure to visit it to see more of her work!

More info: www.elliedavies.co.uk

(source BoredPanda)

Ellie Davies

martedì 3 marzo 2015

The Labyrinth in Contemporary Art and in the Work of Rabarama

"What is outside of you is a projection of what is inside of you, and what is inside of you is a projection of the outside world. So often, when you delve into the labyrinth that is outside yourself, you end up penetrating even in your inner labyrinth. " Haruki Murakami

At least since the days of the ancient Cretan civilization and of the famous Labyrinth of Knossos, that of the Minotaur to be clear, this particular structure is among the central ones in symbolic culture.
It is impossible not to connect the shape to the involution of the brain, fact that makes it even a more powerful symbol given this connection with a natural structure in man and in all higher animals.

The labyrinth is the place where the entry, the start, is obvious and manifest but everything that follows is mysterious. Added to this is the fatal risk of not being able to go out and get lost: there is one (only) road that leads to the solution.

With this meaning so deeply approachable to the mystery of human existence, the Labyrinth has had great luck in art, inspiring artists such as Piet Mondrian (Dam and Ocean, 1915), Joan Miro (Labyrinth, 1923), Pablo Picasso (Minotauromachy, 1935), Maurits Escher (Relativity, 1953), Keith Haring (The Labyrinth, 1989), to mention the best known.

Keith Haring (The Labyrinth, 1989)

The labyrinth was chosen for a central role in the fundamental works of contemporary culture, films and novels of huge popularity of authors such as Umberto Eco (The Name of the Rose), Stanley Kubrick (The Shining), Guillermo del Toro (Pan's Labyrinth ).

Stanley Kubrick (The Shining)
In the art of Rabarama the labyrinth had soon fundamental importance:

"... The artist Rabarama, that towards the end of the twentieth century and early twenty-first, represents with her sculptures and paintings the man in his labyrinthine size. Onto her works are drawn mazes of the mind to communicate the alienation of the individual , as a clear sign of a mental suffering in contemporary society. Are represented human figures totally covered with mazes in relief, studied in detail in the wake of the graphic thought of Haring. Man himself bears the traces of its historical-archetypal, and through the intricate maze of his own mind becomes, suffering, himself a maze. The vision of Rabarama is revolutionary in that sense, not only because it leads to the appearance of the maze to the representation of the housing through which move towards the path of initiation and the wandering, but also because it is the man himself, with his labyrinthine mind, to represent the archetypal symbol of the meander.
So the sculptures of Rabarama are covered with mazes, as in "Labirintite" or the work "Giro di Vita", or "Inter-corso", and many others. ". Abstract from “Labirinti: da Cnosso ai videogames”,  Di Marco Maria Sambo ,  2004 AlbertoCastelvecchi Editore  

(original text) “...l'artista Rabarama, che verso la fine del secolo XX e gli inizi del XXI rappresenta, con le sue sculture e i suoi dipinti, l'uomo nella sua dimensione labirintica. Sulle sue opere che spesso comunicano l'alienazione dell'individuo vengono disegnati i dedali della mente, come segno evidente di una sofferenza psichica nella società contemporanea. Sono rappresentate figure umane totalmente ricoperte da labirinti in rilievo, studiati nei minimi dettagli sulla scia del pensiero grafico di Haring. L'uomo stesso porta le tracce del suo percorso storico-archetipico, e attraverso i meandri intricati della propria mente diviene, sofferente, egli stesso un labirinto. La visione di Rabarama è in questo senso rivoluzionaria, non solo perché conduce l'estetica del dedalo verso la rappresentazione dell'involucro attraverso il quale procedere verso il cammino e l'erranza iniziatica, ma anche perché è l'uomo stesso, con la sua mente labirintica, a rappresentare il simbolo archetipo del meandro.
Così le sculture di Rabarama sono ricoperte di labirinti, come avviene in “Labirintite” o nell'opera “Giro di Vita”, oppure in “Inter-corso”, e in molte altre. “

Rabarama, Giro di Vita

The labyrinthine theme engages in the poetic of Rabarama, in the tragic tension between the fate (on a genetic basis) and the free will, adding to that the huge dilemma, precisely labyrinthine, of finding the solution.

Even in the later stages of the evolution of Rabarama, when the artist declares the possibility for man to be free from genetic predestination thanks to the “travel” into the interior-self and at the same time towards the other actors on the stage of existence (other human beings, nature), the labyrinth continues to appear in her works to witness both the past of her artistic path and the persistence of the mystery and mystique in this journey of liberation .

And the theme of the maze also appears in her latest work "Alone" (bronze sculpture hand-painted) where the almost erotically ecstatic loneliness of a female body is accompanied by a painting in spyrlas between the folds of which appears (according to the light) the maze:

Rabarama, Alone

A final question, again with Murakami:
"And a when I start having thoughts like this, the blackberries I think about it, the less I can tell how much of the vividness is real and how much of it my imagination Has invented.
I feel as if I've wandered into a labyrinth.
Has That ever happened to you? "

Body as art Vs Art about body: the naked taboo

The artist Milo Moiré did it again...She appeared naked (with a baby) in a museum to admire paintings that often portrayed naked women and babies, as it is "normal" in classical paintings.

The best thing to notice is that the public was not shocked at all by the naked provocation of the artist, as you can see in the video of this action, here below.

The nudity taboo is so strong that makes people blind :) or even real nudity in a museum is now "normalized" (maybe by the fact that there was also a camera recording...so it is a "show", not reality)?




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from http://www.milomoire.com/?p=2440

PERFORMANCE | THE NAKED LIFE –“How little abstraction can art tolerate?”

Milo Moiré

Milo Moiré, nude, with a nude baby during the closing (2015/02/22) of “The naked life” in the LWL Museum of Art and Culture in Münster (Germany) to celebrate the exhibition. Milo and the baby looked at the nudes in the exhibition and, because of their own nakedness, became a part of it.

In celebration of the exhibition “The naked life” in the LWL Museum of Art and Culture, the performance artist Milo Moiré challenges the fundamental attitudes towards abstract and figurative art. Isn’t a painting depicting natural themes itself an abstraction? What could be the absolute motif of an exhibition dedicated to the naked life, an exhibition which appeals to specific sensory experiences? In keeping with the approach of the artists exhibited, Milo Moiré brings everyday life to art. And yet, she goes one step further in removing herself from the abstract form of representation and shows her main motif of the naked life: A naked infant safe in the arms of a naked woman. This direct confrontation with live nude art challenges others to reflect on familiar forms of perception. How close may a form of representation in art approach real life? Milo Moiré’s performance leaves this question within the realm of the museum: “How little abstraction can art tolerate?”

lunedì 2 marzo 2015

WHICH INTERNATIONAL ART FAIRS HAVE THE HIGHEST ATTENDANCE?

The Most Attended Contemporary Art Fairs! 
Contemporary Istanbul is the 5th and my works were there

(original source here)


Recently The New York Times cited Skate’s Art Market Research in an article on the slowdown in the growth of art fairs worldwide. In an analysis of attendance figures, Skate’s found “that 1,032,792 people attended the world’s top 20 art fairs in 2014, a 7.4 percent decline from the previous year,” The Times reported. Despite the dip, art fair attendance is impressive, given that only a handful of these events have existed for more than a decade. In the accompanying graph, we use the same 2014 figures to compare the major international fairs to one another, and to see which are the best attended. Perhaps surprisingly, ARCO Madrid (the 2015 edition of which just closed) came out on top. Other fairs in the upper echelon of attendance include the Armory Show, which opens next week in New York, Art Basel Miami Beach, FIAC, and Art Basel. Not surprisingly, smaller fairs like Art Brussels and specialized ones like Design Miami have smaller audiences.

Copyright 2015, ARTnews LLC, 40 W 25th Street, 6th Floor, New York, N.Y. 10010. All rights reserved.


Rabarama to benefit One Drop

Rabarama for One Drop

I've been invited this year too to collaborate in the great event realized by the Cirque du Soleil to benefit One Drop: “One Night for One Drop” in ‪#‎LasVegas‬, USA.
ONE DROP significantly and sustainably improves living conditions of communities worldwide
while promoting self-reliance through innovative water access and management projects.
I would like to thank the Cirque du Soleil and One Drop for the appreciation they have for my work and I'm so happy to contribute with my art to help so many people that have life treatning problems related to water access: I will donate one of my works to the silent auction that will be held to benefit One Drop.
I invite all of you to discover One Drop and possibily to help: http://www.onedrop.org/

Anche quest'anno sono stata invitata a collaborare all'evento realizzato dal Cirque du Soleil per finanziare One Drop, nella serata One Night for One Drop a Las Vegas, USA.
One Drop si occupa di realizzare progetti concreti nel mondo per aiutare le popolazioni in difficoltà ad avere approvvigionamento idrico e a sviluppare l'economia locale, per garantire sopravvivenza e sviluppo.
Voglio ringraziare il Cirque du Soleil e One Drop per la stima che continuano a dimostrarmi e sono felice di poter contribuire con la mia arte alla vita ed al benessere di tante persone in difficoltà: donerò una mia importante opera per l'asta di beneficenza che si svolgerà il 22 Marzo a Las Vegas in occasione dell'evento.
Vi invito tutti a conoscere One Drop e se volete e potete a supportare le loro iniziative: http://www.onedrop.org/